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Mercoledì 3 Novembre 2010 |
L'uso del sistema da parte dell'amministrazione non viola le regole testimoniali |
Sono una prova sufficiente ai fini dell'accertamento induttivo i questionari a cui rispondono i clienti di un'azienda e per mezzo dei quali viene ricostruito dal fisco un diverso volume d'affari. L'uso di questo sistema da parte dell'amministrazione finanziaria non vìola il divieto di prova testimoniale nel processo tributario. Lo ha sancito la Cassazione che, con la sentenza 22122 del 29/10/2010, ha inoltre precisato che il socio di società di persone (il cui reddito è stato elevato dal fisco) non solo dovrà corrisponde la maggior Irpef ma paga le sanzioni per dichiarazione infedele. In una piccola azienda campana, l'accertamento era stato spiccato nei confronti dei soci (maggior Irpef) e nei confronti della società (maggior Ilor) in relazione a un maggior reddito accertato essenzialmente sulla base dei questionari cui avevano risposto i clienti. L'atto impositivo era stato impugnato e solo parzialmente annullato dalla Ctr Napoli. Ora la decisione è stata definitivamente confermata in Cassazione.
Fonte: Italia Oggi
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